ricmanx ha scritto:Ciao a tutti, ...
Oppure è tutta scena e non serve altro che la mano ferma (o un cavalletto)?
Mano ferma e treppiedi sono accessori che non passano mai di moda; il problema è che spesso, nella fotografia di animaletti vivi, è la scena a muoversi: un alito di vento, inavvertibile in condizioni standard, scuote tutto come un uragano. Inoltre, non tutti i soggetti si muovono lentamente come certi coleotteri, o non tutti si lasciano avvicinare con noncuranza. In quei casi, un tempo di scatto rapido è praticamente d'obbligo, il che fa spesso a pugni con le basse sensibilità ed i diaframmi richiesti da quel genere di applicazione. Il diffusore di cui parli l'ho presente, non linko immagini perchè non vorrei contravvenire a qualche restrizione, ma se hai un account Instagram, cerca Marit van Ekelenburg (macrobymarit) e vedi come usa quell'arnese e con quali risultati. Quando facevo macro io, non c'erano accessori simili, ma ad occhio mi pare che faccia - più o meno - le veci dei vecchi flash anulari (luce morbida e diffusa, priva o quasi di sgradevoli riflessi), con la differenza che puoi utilizzare il normalissimo flash "cobra" che probabilmente hai già in dotazione. Sempre ad occhio - non l'ho mai usato - sembra che soffra meno di quello che era il principale limite del suddetto flash anulare: la repentina caduta di luce dietro il soggetto, che produce spesso immagini con sfondo molto scuro o completamente nero. Per ovviare al problema, ci sono varie tecniche, che sarebbe troppo lungo elencare qui. Esistono una marea di libri sull'argomento, tra i quali il sempre valido "Guida completa alla macrofoto" di John Shaw, che varrebbe la pena leggere - se si trova ancora - solo per la bellezza delle foto contenute (tutte diapositive). Per tornare alla tua domanda, il diffusore in questione esiste "di tutte le fatte": si va da quelli totalmente casalinghi, a modelli più "seri" come quello usato da Marit (di cui non ricordo il nome del produttore, ma sui suoi canali trovi tutto). Affascinantissima la ripresa del microcosmo, ma ci vuole un sacco di pazienza e una buona conoscenza dei soggetti, non è cosa che si improvvisa.
Soccia, che papiro del Mar Morto che ho scritto
Perdonami la lungaggine
Guarda Marit, ne vale la pena: mi fa venir voglia di rimettermi a cercare i mostrini