Enriko!! ha scritto:Sinceramente pure io fatico a trovarci chissà che vantaggio da questa cosa, però alla fine è un di più...chi vuole la usa, fastidio non da.
Innanzitutto è una funzionalità rivolta a chi piace la resa cromatica e dinamica della propria fotocamera. A chi non piace (e allora non capisco per quale cacchio di motivo ci si è comprati quella fotocamera, ma vabbeh) il discorso è già chiuso.
Prendiamo una delle funzionalità che più giustificano l'uso del RAW: regolare il WB.
C'è una sola ragione per cui il RAW permette la regolazione del WB: il fatto che l'operazione viene fatta con un numero maggiore di bit rispetto al JPEG. Anche in JPEG puoi regolare il WB... ma hai limiti molto più stretti.
I limiti del JPEG non dipendono direttamente dal fatto che 8 bit per canale sono pochi, ma dal fatto che quegli 8 bit sono usati praticamente in toto... il che impedisce di effettuare la solita aritmetica sui canali (per variare il WB) senza clippare i segnali.
Sul RAW, anche fosse un RAW a 8 bit, la situazione è diversa: il segnale catturato è privo di WB (rimando alla solita vecchia discussione sull'UniWB) ed esso emerge da una operazione che viene fatta dopo la demosaicizzazione che non è altro che applicare una terna di coefficenti ai canali amplificandoli o riducendoli. Questa operazione, che non è altro che una moltiplicazione, su un RAW - tendenzialmente - non porta ad un clipping del segnale perchè - esponendo correttamente - i bit utilizzati sono molto spesso meno della metà di quelli disponibili e quindi c'è un margine talmente ampio da poter passare tranquillamente da WB "ombra" a WB "tungsteno".
I limiti del TIFF a 8 bit per canale sono, bene o male, quelli del JPEG: per regolare il WB, teoricamente, dovrei ridurre il segnale in funzione del coefficente più elevato del WB desiderato e poi riamplificare, quindi una divisione e poi una moltiplicazione. Poichè i bit sono pochi, ottengo che la divisione perde informazioni e la moltiplicazione, lavorando su dati meno precisi, produrrà quantizzazione. L'evitare la quantizzazione è il motivo per cui la divisione normalmente non si fa e si applicano solo i nuovi coefficenti rischiando il clipping.
Il TIFF a 16 bit per canale ha esattamente gli stessi problemi... solo che c'è il doppio della precisione e quindi - a parità di operazioni - la perdita di informazioni è tale da non essere percepibile. All'atto pratico un TIFF a 16 bit per canale è manipolabile esattamente come un RAW senza però dipendere da demosaicizzazione e da software che non sono in grado di recuperare la resa originale della fotocamera.
Il TIFF a 16 bit per canale è 3 volte più grande di un RAW tolte tutte le eventuali compressioni... questo perchè il RAW ha un solo "canale" (il restante 66% dell'informazione mancante viene inventato dalla demosaicizzazione - è questo il suo scopo). Ad una fotocamera viene quindi gratis produrre un TIFF: si tratta di salvare - con lo stesso formato usato per i RAW (che sono TIFF pure loro) i dati prima di mandarli al compressore JPEG.
L'unico svantaggio è che un salvataggio TIFF prende davvero tanto tempo: il file è molto grosso... ed è il motivo per cui il salvataggio TIFF è fornito come operazione effettuabile da menù (anche sulla X-T4 così come sulle ammiraglie Pentax) e non come formato di salvataggio normale. Più tempo di salvataggio = più energia utilizzata. Io ho usato questa funzionalità solo una volta tornato a casa dopo aver fatto foto... sulla K-3 II è una funzionalità praticamente necessaria se si vuole ottenere lo stesso mapping dei toni e della dinamica negli scatti HDR in RAW poichè il software fornito con la fotocamera non è in grado di risviluppare questi RAW multi-layer (è una cosa a dir poco patetica ma...
che vuoi andarci a dirci?).
Ciò detto penso che la funzione di salvataggio TIFF sia veramente qualcosa di superato. La soluzione ottimale per questo tipo di funzionalità è quella che hanno già in casa Fuji e che sarebbe bello vedere anche in Pentax: un software da installare sul PC che pilota la fotocamera (collegata via USB) e gli richiede lo sviluppo.
Avere un software su PC consente di avere un feedback sul proprio monitor (con tutte le calibrazioni e profilazioni del caso, oltre che alla dimensione dello schermo molto più comoda)... l'interfaccia riporta molto banalmente gli stessi controlli che si hanno in camera (quindi si impara anche a conoscere bene le funzionalità della fotocamera) e poi quando l'immagine è come la vogliamo, il software richiede alla fotocamera lo sviluppo (quindi zero carico sul PC) per poi fornire indietro l'immagine sviluppata (e poi salvarla nel formato che si desidera).
Fa strano che, esistendo questa soluzione, abbiano implementato il TIFF in camera...
Ciao
Jenner