Alqua ha scritto: si potrebbe dire che molto di quello che viene considerato arte negli ultimi 100 anni, consiste in arte che fa vomitare qualcuno; quindi è arte perché qualcuno o anche molti la considerano arte, ma ha la peculiarità di far (metaforicamente, immagino) vomitare qualcuno (magari anche non pochi, e io mi ci metterei in questo gruppo, per non poche opere che ho visto, ascoltato, conosciuto...)
Io però non ho nulla contro l'arte contemporanea.
E' che fotografando per mestiere arte dal 1978, alla fin fine (a parte il lascito della mia meravigliosa professoressa di Storia dell'Arte Antonella Pampalone al classico, che riusciva a farci sembrar semplice persino l'Argane avrebbe fatto interessare all aprospettiva nel Brunelleschi anche un bruto della curva Nord) forse un pochinino la presunzione di essermi fatto un po' d'occhio ce l'ho,
e per me la discriminante principale non è tanto
«mi piace/non mi piace» perché non accetto l'idea di rispettare solo ciò che coincide col mio gusto personale, ci mancherebbe pure
bensì
«l'autore ha prodotto questa cosa "in buona fede", ossia seguendo l'impulso che deriva da una propria poetica, cercando di esprimere qualcosa che sentiva di voler dire, cercando di raccontare qualcosa che aveva vissuto o sentito o aveva sentito narrare da qualcun altro etc etc etc a prescindere da forma di espressione, tecnica, finitura, materiali etc»oppure
«l'autore in consapevole simbiosi economica con dei critici in grado di valorizzarne il lavoro con argomentazioni sufficientemente capaci di intimidire chi non sia un vero intenditore e non abbia una competenza specifica, e in simbiosi con uno op più mercanti d'arte, mi sta pigghiando pu' 'u culo
alla grande e basta, non crede in ciò che fa, lo fa perché ha trovato un filone che gli rende in quanto qualcuno crede abbastanza ai discorsi in critichese del suddetto critico».
Per dire, i carabinieri a cavallo che passano silenti nel meriggio toscano vicino a un muro di cinta calcinato dal sole di Giovanni Fattori appartengono alla prima categoria, un gatto selvatico di Ligabue anche, le composizioni astratte solo in apparenza fredde e cerebrali di Mondrian anche, mentre un Concetto Spaziale di Franco Fontana co' quattro tagli circa paralleli su una tela bianca (ne ho fotografato poco tempo fa uno per un'autentica, un 30x40 o poco più che valeva sui 350 testoni) appartiene alla seconda, e in quel senso "mi fa vomitare"; perché come idea grafica realizzata su un canvas 70x100 da mettere sopra un divano sulla parete scura a contrasto, pagandolo 80 euro da IKEA, lo troverei anche originale ed intrigante, se un critico mi ci fa un dotto discorso e mi spiega perché mi dovrebbe emozionare e dovrei desiderare di pagarlo come un tricamere semicentrale, gli sputo (interiormente) in un occhio.
Quanto sopradetto implica che NON ho alcuna preclusione per un arte che non sia figurativa, nella pittura, ad esempio.
Però devo sentire una qualche poetica, una tensione interiore. Se no,
non attacca.