unoqualsiasi ha scritto:No che non resta quello il diaframma sull'obiettivo, resta quello sulla fotocamera che porterà l'attuatore sempre nella stessa posizione allo scatto (e non a fondo corsa) per chiudere sempre al valore selezionato mentre l'obiettivo è "passivo". Sulle vecchie reflex prive di gestione della posizione A, quindi MeSuper compresa, l'attuatore va SEMPRE a fondo corsa perchè a controllare il diaframma effettivo è la ghiera sull'ottica, se non c'è la ghiera chiude tutto.
Il simulatore del diaframma... se prendi un obiettivo vecchio noterai che la baionetta ha 2 pinne, quella che muove il diaframma e diametralmente opposta una (in una feritoia) che si muove se muovi la ghiera dei diaframmi: sulla fotocamera (la MeSuper) ingaggia una pinna corrispondente che informa la stessa (tramite un potenziometro, niente di ipertecnologico...) di quanto verrà chiuso al momento dello scatto. Sulle digitali questa pinna non c'è ed è per questo che con gli obiettivi non A tocca fare la misurazione in stopdown.
Detto questo se conosci il diaframma minimo alle diverse focali puoi anche applicare la regola del 16... al massimo hai sprecato pellicola. Io lascerei perdere.
Ok grazie mille, chiarissimo.
Sono curioso di provare alcune focali tipo 15 (per vedere quanto vignetta e magari capire se può starci qualche effetto creativo) e più che altro 20 e 24; userei quindi l'obiettivo come fisso, senza dover comprare vecchi grandangolari che non li trovi con pochi euro, e quindi mi basta sapere l'apertura a quelle focali.
Senza buttare un intero rullino posso lasciare qualche scatto alla fine, cambiando obiettivo cosi da non buttare tutto.
Giusto per curiosità e divertimento niente di particolare.
Grazie ancora e farò sapere cosa è venuto fuori.
P.S. un ultima cosa: possono esserci problemi di tensione e causare danni all'obiettivo?