da Valerio Ricciardi » sab ott 13, 2018 7:19 am
Non è solo un problema di completezza reale per le proprie esigenze.
E' anche (rigorosamente IMHO) un discorso di: sino a che punto conviene (ho scritto conviene, mica ha senso, non do' giudizi di valore) esser condizionati dalle prospettive? Nessun sistema, nessun brand in assoluto ne ha di certe.
Sono spariti Isotta Fraschini, Konica, Osca, Contax, Lancia (non formalmente ma insomma...), McDonnell Douglas, Edison, Topcon, Zeiss aus Jena, i telescopi Pentax, Cisitalia, Fokker, Kodak, Dyna Panhard, Auto Union, Petri, Miranda, potrei continuare all'infinito.
Un domani solo per Olympus, poniamo, viene presentato un 15-30 anche basculabile e decentrabile per la loro, allora sul mercato, gagliardissima, mirrorless full frame.
Facciamo finta che, finito per me il periodo dei libri d'arte antica, stessi ancora lavorando seriamente e mi si rischiudesse di brutto una nicchia di fotografia e di reportage di architettura, sempre finalizzato all'editoria.
Bé, a quel punto nessuno mi impedisce di acquistare il tutto, nel momento in cui ne avrò bisogno, mica sei anni prima perché la prospettiva è quella che per Pentax, anche immaginandolo progettato e prodotto, nessuno lo offrirà.
Io leggo col massimo rispetto, ma con un tasso di condivisione abbastanza modesto, le vostre valutazioni sulla prospettiva di svalutazione del materiale in caso di rivendita e sull'eventuale opportunità di vendersi tutto prima di svilirlo in modo inaccettabile.
Primo, perché in modo marginale è una prospettiva autoavverante: se tutti qui e ipoteticamente altrove insistono a scrivere solo di quanto presto, in che modo mortificante, e con che mesto tramonto finirà le trasmissioni Pentax, nel loro piccolissimo saranno essi stessi a contribuire alla via via peggior rivendibilità magari su questo stesso mercatino di oggetti prima molto più esitabili.
Diventerà una leggenda metropolitana (tanto Pentax fallisce, quindi...) così virale e consolidata da sommarsi con qualche effetto persino a tutti gli errori gestionali e di pianificazione fatti dall'altro capo della Terra, sui quali l'utente finale ovviamente non ha influenza né colpa.
Che si ponga il problema un rivenditore, osservi cosa succede e decida per conseguenza la sua politica di acquisti, eventuale ritiro dell'usato e gestione della clientela, è il minimo sindacale del suo mestiere.
Che diventi esiziale per la scelta di un fotoamatore che magari con un corpo APS-C preso in offerta e tre delle ottiche che gli servon di più, reperibilissime ed oggi anche scontate, con le quali andrebbe avanti dieci quindici anni senza percepire nelle immagini che produce tutto 'sto gap con le tecnologie che avanzano, mi pare bizzarro.
Secondo, perché se domattina quel brand chiudesse i battenti, IL vero problema stante come siamo già messi in Italia così come si sta oggi, sarebbe non la prospettiva di arrivo di nuovi immaginari modelli più avanzati, ma la disponibilità di ricambi e di assistenza per quelli già in nostro possesso.