bomberosub ha scritto:mi sa che è meglio cominciare a guardare i software per i raw perchè la parola compilare per me ha un significato ignoto
, almeno per ora, conoscevo abbastanza il "dos" ma ora non serve più a niente!!!
La difficolta' piu' grande del compilare un software su Linux e' leggere... per il resto si fa ne piu' e ne meno quello che le istruzioni ti dicono di fare, come un brava scimmietta ammaestrata.
A grandi linee una compilazione comporta 3 fasi distinte:
1) configurazione
2) compilazione
3) installazione come pacchetto di sistema
Le fasi 1 e 3 potrebbero, in certi casi, non esserci o essere superflue. La 2, per forza di cose, c'e' sempre.
La fase 1, configurazione, e' il lancio di uno script che verifica che non manchi nulla per la corretta compilazione dei sorgenti. Questa fase consiste nel lanciare il comando
./configure da terminale mentre sei nella directory dove hai scompattato i sorgenti. Lo script scrivera' cose tipo "questo c'e' ... questo c'e' ... questo c'e'" e se manca qualcosa scrive "quest'altro non c'e'" e si ferma. Tu cerchi quindi "quest'altro", lo installi e rilanci lo script fino a che non c'e' tutto quello che vuole.
La fase 2, compilazione, consiste nel lanciare il comando
make da terminale mentre sei nella directory dove hai scompattato i sorgenti. Se non va a buon fine, nel 98% dei casi puoi cancellare tutto perche' difficilmente si ha tempo/voglia/competenze/pazienza di investigare l'errore.
La fase 3, installazione come pacchetto di sistema, consiste nel installare quanto compilato nelle directory di sistema (tipicamente /usr/local ). Non e' obbligatorio, tanti (quasi tutti) software funzionano direttamente dalla directory di compilazione... solo che se vuoi tenere una sorta di pulizia nelle directory non e' male farlo. Il tutto consiste nel lanciare il comando
make install da terminale mentre sei root nella directory dove hai scompattato i sorgenti. Questa operazione non fa altro che copiare i file compilati nel posto giusto perche' tutto funzioni correttamente.
Compilare un pacchetto, come vedi, e' cosa assai banale. Fino a che non sei in fase 3 non c'e' praticamente modo di fare qualche danno... e anche in fase 3 - quando si sanno quelle quattro cose che fa il make install - se va qualcosa storto non c'e' da preoccuparsi.
Ti dico tutto questo perche' invece dovresti approfondire la possibilita' di compilarti il software. Chiuderesti la porta ad un numero sconfinato di possibilita'... non ultima quella di poter gia' usare RawTherapee aggiornato, ovvero il software per Linux il cui sviluppo dei RAW piu' si avvicina a quello di Pentax Photo Laboratory.
bomberosub ha scritto:ma quali vantaggi pratici (apprezzabili) comporta avere una versione 64 bit anziché una 32 bit?
L'unico vero e tangibile vantaggio e' la possibilita' di indirizzare (=supportare) piu' di 4GB di RAM... e non e' una cosa da poco!
Ciao
Jenner