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davedomus ha scritto:Discorso pericoloso... non mi ci addentro... per esempio a me Cartier -Bresson dice tantissimo. Ci sono fotografi per professione, per arte, e per passione amatoriale (io mi metto fra questi e ne sono contento). La natura, come la street, come la macro etc... son categorie e l'emozione o il coinvolgimento che si prova di fronte ad uno scatto non dipendono da quello...
bel-ami ha scritto:Abulafia, peggio di Valerio Ricciardi!
Noi scattiamo perché ci divertiamo, perché dobbiamo distrarci organizzando uno scatto, pasticciando con la fotocamera e poi magari siamo felici nel ricevere gli eventuali complimenti. In tutto questo la comunicazione diventa un aspetto marginalissimo, del tutto casuale e secondario.
Soluzione: se il paesaggio non ti diverte più, fai altro. Ci ritornarai più avanti alla paesaggistica, tanto non scappa!
ntx ha scritto:Se definisci un genere, tutte le foto di quel genere si somiglieranno. E allora tutte le foto di paesaggio si somigliano, tutte le foto di ritratto si somigliano, tutti le foto astratte si somigliano, tutto il nudo si somiglia e nella fotografia street e' stato fatto un solo scatto. :P
A me fare foto di paesaggio piace, mi piace anche vedere foto di paesaggio. Per fare una foto di paesaggio (ma vale per tutti i generi) bisogna vaccinarsi dalle mode: e' necessario fare in modo di non cercare lo scatto con lo stile di tendenza (hdr, notturni con la via Lattea, acque setose, GND creati in post... quelli che dici anche tu)... il che non significa non usare certe tecniche o evitare certi stili, significa aver reso quelle tecniche e quegli stili semplicemente degli strumenti che sono a disposizione per farti produrre uno scatto... devono essere come il flash: te lo porti dietro perche' puo' servire ma non e' detto che lo userai.
Abulafia82 ha scritto:Un paio di appunti:
1) La comunicazione non è una condicio sine qua non della fotografia, né dell'arte in generale. Come non lo è l'estetica. Quindi nessuna delle due cose è per forza necessaria, così come qualsiasi altro parametro. Quindi dare più peso ad un criterio su cui impostare le proprie foto, rispetto ad un altro, è solo una decisione personale.
2) Chi dice che acque setose, startrails, tramonti e quant'altro non comunichino nulla? Forse non comunicano nulla a qualcuno, ma a qualcun altro sì. Fermo restando che in ognuno di questi generi si possono fare ciofeche o grandi foto, così come in ogni altro genere fotografico.
Insomma, io prima di definire cosa comunica e cosa no, e cosa sia importante o meno, cercherei di pensare oltre i miei criteri. La risposta arriva da sola.
La mia foto migliore dell'anno passato è probabilmente quella fatta ad un paio di piccioni che tubano sotto il colonnato di Piazza San Pietro, chi darebbe due lire ad una foto descritta così? Eppure ha divertito parecchia gente. E il divertimento è comunicazione, sentimento ed emozione (anche se pure su questo tanti tendono a dimentacare, concentrandosi solo sulla tragedia, o sulla serietà).
Robyz ha scritto:Oggi mi chiedo, ma la colpa è del genere che è estetica pura, oppure sono i paesaggisti che vedo ad essere, seppur bravissimi tecnicamente, a non aver nulla da comunicare se non una combinazione più o meno varia di colori e forme?
Eurostar ha scritto:Robyz ha scritto:Oggi mi chiedo, ma la colpa è del genere che è estetica pura, oppure sono i paesaggisti che vedo ad essere, seppur bravissimi tecnicamente, a non aver nulla da comunicare se non una combinazione più o meno varia di colori e forme?
La stessa cosa la puoi dire della macro (se non conosci l'entomologia vedi solo forme e colori), della foto di moda (se non conosci i tessuti vedi solo forme e colori), della foto astronomica (se non conosci stelle e pianeti vedi solo forme e colori), della fotografia meteorologica (se non conosci le nuvole e i vari fenomeni, vedi solo forme -colori pochi-). La fotografia di paesaggio racconta qualcosa se conosci la geomorfologia, l'agricoltura, la geobotanica... se no è forme e colori.
L'unico tipo di fotografia che non è mai solo forme e colori è ciò che raffigura le persone, perché ne facciamo parte.
Eurostar ha scritto:E poi certe cose non sono necessariamente mode, ma conseguenze: le acque setose sono inevitabili se fotografi una cascata in un giorno di cielo coperto (per non avere contrasti tra le aree illuminate dal sole e il buio dell'ombra degli alberi) con un diaframma tutto chiuso (per avere una estesa pdc) a ISO base (per avere il massimo dettaglio). Ma possono essere anche mode, quando uno vuole fare le acque setose in un giorno di sole a mezzogiorno con f/2,8 perché se no cosa a comprato a fare l'obiettivo superluminoso, e monta un ND 100X per riuscirci.
bel-ami ha scritto:Abulafia, peggio di Valerio Ricciardi!
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