Coloro che non riescono a contenersi e scrivono sul web con la stesso autocontrollo verbale che avrebbero se stessero insieme ad ex commilitoni in un bar di periferia dopo la terza triplo malto da 0,66 ne dovrebbero tener conto.
E' certamente a prima vista discutibile che l'approccio coinvolga in astratto sempre il titolare di un sito, ma c'è da dire che elemento determinante l'aver dimostrato da parte dell'accusa che il gestore era a conoscenza delle premesse del post giudicato diffamatorio. E non aver, presumo, stroncato sul nascere l'intervento.
Quindi non è che ci siano automaticamente le premesse perché chi gestisce un sito debba passare il 90% del proprio tempo libero a verificare che nessuno abbia insultato qualcun altro col rischio di passare i guai lui al posto della "rana dalla bocca larga".
Di certo, comunque, come in passato e a maggior ragione in futuro nessuno dovrebbe sentirsi defraudato della propria sacrosanta libertà di espressione od opinione nel momento in cui la fa fuori dal vaso, e il suo post viene moderato o cancellato. Chi crea e mette a disposizione uno spazio per confrontarsi amabilmente su temi di interesse comune fra gli iscritti, ha a mio avviso pieno diritto di non riceverne in cambio grane più o meno gestibili.
Di leoni da tastiera ve ne sono sin troppi; in linea di massima qui di "gravi" non ne ho visti, al massimo qualche battibecco cretino, ma di troppa prudenza non è mai morto nessuno.
Ci sono siti che spargono intenzionalmente solo odio sociale, o culturale, o pseudopolitico, o interetnico, o interclassista, arrivando platealmente all'insulto, al ludibrio quando non all'apologia di reato; poi ci son cani sciolti che si sentono onnipotenti e intoccabili quando sfogano le loro disarmonie interiori stando dietro un monitor o un telefonino.
Di recente ad un intervento alla radio in cui un padre (o madre?) di un bambino ha parlato del pargolo, normalmente abbastanza inappetente, che aveva dimostrato di apprezzare un succulento piatto a base evidentemente di carne preparato dalla mamma, un'attivista vegana oltretutto di una certa età ha risposto pubblicamente augurando a microfoni aperti al piccolo (tre anni) precoce morte fra, se possibile, adeguate sofferenze (sic). Il padre prima è rimasto sconvolto, poi ci ha pensato un attimo, ha deciso che si era proprio rotto e che non abbozzava, si è fatto dare gli estremi e le registrazioni dall'emittente (che le ha consegnate assolutamente di buon grado) ed ha messo il tutto in mano di un pool di avvocati, che personalmente mi auguro capaci e determinati. Si è pure preventivamente impegnato a destinare ad attività benefiche per l'infanzia in difficoltà ogni eventuale, direi anche probabile, risarcimento.
PS/ Peraltro non conosco 'sto Tavecchio, ma se è quello di un commento molto riportato sulla condizione sociale di un calciatore africano prima di arrivare a giocare in un'importante squadra europea, neppure mi incuriosisce conoscerlo.
La Cassazione: "I siti sono responsabili per i commenti dei lettori"
EDIT ntx: Su Repubblica, sotto l'articolo, sta scritto "Riproduzione riservata".
fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/201 ... ef=HREC1-6