emmefanatico ha scritto:... Da quanto ho capito non è la suola che si disintegra...ma la schiuma tra suola e tomaia... in quasi tutti la schiuma che dico aveva più bolle d'aria che materiale, una vista sconfortante...
è poliuretano, è un materiale delicato e difficile da domare. se ti può consolare, al 99% quelle bolle d'aria (parlo di calzature, per altri settori non mi pronuncio) sono solo esterne, è "solo" un fatto estetico, fidati
riuscire a stampare senza bolle d'aria è frutto di esperienza e volontà di farlo...cioè $$$.
che poi si sgretoli nel tempo, è un po' una caratteristica intrinseca del materiale stesso. ovviamente ce ne sono di scarsi, buoni ed ottimi...la durata è proporzionale.
se il produttore ascoltasse sempre lo stampista avrebbe un prodotto con meno difetti, ma poi ascoltano sempre i designer, perché contano di vendere di più...aggiungici che non possono spendere più di un tot in produzione...ed eccoti le bolle d'aria
emmefanatico ha scritto:...Intanto ho fatto conoscere l'epossidica ai miei Tecnica, e sembra che l'incollaggio sia andato bene... non ho fretta insomma, potrei anche aspettare finché non finiscono di decomporsi
mastice rulez
giorgiop ha scritto:Vado un filo OT: @b-rider, che tu sappia le varie case produttrici, che si trovano tutte in zona Montebelluna-Treviso, hanno anche degli spacci aziendali in cui si può risparmiare qualcosa?
potrebbe essere, ma di preciso non so dirti quali. se mi capita di fare quattro chiacchiere a riguardo te lo faccio sapere.
la filiera per produrre un paio di scarpe (qui in europa, del settore di cui stiamo parlando) di solito è lunga. il marchio si affida ad un calzaturificio, che spesso lavora conto terzi. non tutti hanno il proprio stabilimento. c'è chi stampa solo la suola di gomma, che poi viene mandata a chi poi stampa il PU, che ha ricevuto le tomaie cucite da un altro, la cui pelle/tessuto era stata tagliata da un altro ancora, e così via.
un calzaturificio è uno stabilimento bello grande, e se decidi di farti tutto, alla fine produci poco.
le scarpe di moda (quelle di qualità, fatte bene) sono fatte così, ma siamo sulle poche migliaia di paia all'anno per stabilimento.
per quanto riguarda il trekking o l'antinfortunistica (marchi che cmq si pubblicizzano a livello nazionale) in questo settore c'è un botto di lavoro conto terzi, stiamo parlando di produzioni finali che vanno da qualche centinaia di migliaia a qualche milione di paia all'anno.
decathlon è un discorso a parte, loro si producono la roba e se la vendono nei loro negozi, in tutto il mondo. stiamo parlando però di cifre diverse: se contiamo tutte le loro calzature (ciabatte per piscina, scarpe da corsa, scarpe da trekking e chi più ne ha più ne metta) in questi ultimi anni hanno fatto circa 100 milioni di paia l'anno, che è una cifra incredibile.
io alla fine vado in negozio, guardo come è fatta la scarpa, ma poi decido quasi sempre in base alla comodità. ed anch'io, se devo andare in qualche posto che non conosco, preferisco ancora uno scarponcino alto, anche se più pesante