I miei tempi, sono
adesso.
Non ieri.
Ieri selezionavo quel che mi interessava, mi piaceva, condividevo, e quello che no.
Compravo (potendo) quello che ritenevo potesse farmi felice, dei beni di consumo non esiziali che il mercato mi offriva.
Ascoltavo la musica che mi piaceva. Ogni genere possibile e immaginabile, da Orlando Gibbons e Sweelink attraverso Bach, Chopin, qualcosa di Schumann e Liszt, Mussorgsky, Debussy, Ravel, Gershwin, Schostacovich, Stravinsky e Prokoviev sino a ELP, Jethro Tull, Genesis, Deep Purple, Dire Straits, Pink Floyd, Led Zeppelin, Queen, ma anche la Streisand, Mina, Céline Dion (mi piacciono le belle voci) e persino Heavy Metal. Purché vi riconoscessi qualità.
Oggi faccio lo stesso.
Sono stato, penso, veramente fra i primi in assoluto delle persone che conosco ad utilizzare massivamente (massivamente) Youtube come fonte di aggiornamento e confronto musicale. A settembre 2005 già mi ero comprato una cuffia di ottima qualità da dedicare solo, tramite jack, all'ascolto di musica da Youtube mentre ero davanti al PC per lavorare le mie foto.
Ma non ho mai avuto, ad esempio, un videoregistratore VHS. Trovavo le videocassette ingombranti, la qualità dell'immagine a occhio persino ben più scadente di quella, vergognosa, del televisore a 625 linee, e fra il 1977 quando iniziò a diffondersi davvero e il credo 2006 in cui finì per sparire deal mercato non ho mai avuto un lettore o recorder di videocassette a casa. Ho passato la mano. Mi dovevo sentire obbligato ad averne uno perché era praticamente sotto ogni televisore? Ma nel '98 avevo già comprato un lettore DVD spendendo anche (agli inizi di una tecnologia è inevitabile) tantino, tant'è che incredibilmente ancora funziona alla perfezione (quando un prodotto arriva su un mercato ancora da conquistare è presto per introdurre gli accorgimenti per indurti alla sua sostituzione periodica...) ed ho una videoteca di qualche centinaio di ottimi film.
Ho grande simpatia per il rap,
alcuni testi del rap afroamericano sembrano le crude e drammatiche pagine di Bukowski o Arthur Miller. Se non mi piace Sferaebbasta, Mahmood o Achille Lauro o Ultimo, per dire, non è per il genere che fanno, ma perché non vi riconosco qualità. La stessa ragione per cui guardo con compatimento Giovanni Allevi: lo considero musicalmente e compositivamente povero, privo di qualità compositiva, adatto a inventarsi qualche jingle pubblicitario o musichetta da ascensore,
plin plin plin. E se domattina il 75% dei giovani italiani non volessero sentire altro, ciò è affar loro, la mia testimone di nozze insegna marketing in tre distinte Università (facoltà di Scienza della Comunicazione) e ogni tanto dò una prima rilettura a un capitolo del suo monumentale trattato in corso d'opera incentrato su come si produce artificialmente qualcosa, nel gusto musicale, letterario o visivo, tarato per poter essere imposto al mercato.
Ho uno smartphone che quando uscì era abbastanza high-end (o almeno era un prodotto di pretese, costava poco meno di 900 euro) che
c'ha questo e c'ha quello e c'ha quest'altro ancora. Mi pare si chiami Note4. Me lo regalò, appena uscito, un collezionista d'arte che mi aveva incaricato, con delega, ad andare a Stoccarda da Nagel a partecipare per suo conto ad un'asta cui non poteva andare; dovevo cercare di aggiudicarmi alcuni importanti pezzi, entro ovviamente un certo plafond di spesa peraltro per le mie tasche altissimo, e gli detti una gran salvata accorgendomi (l'occhio inevitabile di chi per lui oggetti di quella natura ne fotografava da trent'anni...) che la cosa che più gli premeva non era un originale, ma un semi-falso molto
paraculo realizzato assemblando fisicamente parti originali di singoli esemplari coevi probabilmente singolarmente malamente danneggiati.
Insomma gli avevo evitato una sòla da svariate decine di migliaia di euro... mi regalò 'sto coso. Piatto, relativamente leggero, abbastanza ingombrante. Ci misi la scheda. in quel momento mi serviva essenzialmente un telefono per parlare e inviare/ricevere SMS. Il mio piccolo Samsung GT-5320, quelli antracite che si chiudono a flip, era INCOMPARABILMENTE più pratico e meno ingombrante. Dopo alcuni giorni ho buttato in un cassetto il Note4, rimesso la scheda nel piccolo flip ed è rimasto lì per anni. Sai quando ne è riuscito? Quando ho iniziato ad usarlo per prenotare via rete il posto in fila all'Ufficio postale, a pagarci lo scooter elettrico in bike-sharing, e ho sostituito il piccolo TomTom che tenevo in macchina che non riceveva più gli aggiornamenti e aveva abbastanza spesso iniziato ad ignorare (in posti che non conoscevo, ovvio) degli svincoli comodissimi che nel frattempo avevano aperto e mi avrebbero fatto risparmiare un sacco di tempo. Posso anche chiedere a voce di attivare il navigatore, e dirgli parlando l'indirizzo, senza distrarmi dalla guida. Comodissimo.
Mi fa anche molto comodo il registratore vocale, perché mentre guido a volte "gli" detto il contenuto di testi che mi vengono in mente molto efficacemente mentre sto nel traffico, e - a differenza del piccolo flip - per attivalo posso farlo anche col comando vocale.
Nel frattempo che il Note 4, che mi fu regalato... mi pare a novembre 2014, ed era immagino uno di must per il nerd danaroso che voleva essere up-to-date, restava immoto nel cassetto, a svalutarsi e diventare tecnologicamente obsoleto, perché
non mi era ancora più utile del ben più maneggevole flip da 55 euro, sono usciti il Note5, il Note6, il Note7, il Note8 (presumo), perché dopo poco che avevo realmente attivato l'utilizzo del mio Note4... sentii parlare dell'arrivo del Note9.
Pensa quanti me ne sono persi! Quante funzioni implementate nel frattempo non ho visto nascere! E pensa, anche, quante funzioni potenziali ulteriori ha il mio Note4... che nemmeno so che esistano! Note4 che nel frattempo non so, ma immagino che sull'usato valga una inezia di quel che valeva quando me l'hanno regalato.
Ci credi che non me ne importa assolutamente nulla? Com'è che si chiamava quel capo indiano?