In realtà , lasciando attiva la riduzione del rumore, per le pose sopra il secondo la macchina esegue una seconda posa della stessa durata della foto scattata, ma a otturatore chiuso (detto dark frame).
Tale immagine viene utilizzata per identificare i pixel "caldi".
Attraverso algoritmi specifici, viene quindi ridotto il rumore "sottraendo" l'immagine di rumore (dark frame) all'immagine originaria.
Questa tecnica, per altro, è ben nota agli amici che fanno fotografia astronomica, i quali, di norma, hanno i loro set di darkframe misurati per le varie esposizioni con il CCD che usano e lo applicano in post-elaborazione.
Se è strettamente necessario ridurre il tempo intercorrente tra due scatti, è possibile o disattivare totalmente la riduzione di rumore o disattivarla e procedere come usano gli amici astrofili. Ma quest'ultima soluzione richiede decisamente esperienza nel manipolare le immagini.
FAQ a cura di Lupo