La fotocamera a vite più affascinante

Storia, collezionismo e curiosità del mondo Pentax e della fotografia in generale.

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La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda inge26665 » mer mag 16, 2012 4:35 pm

Sto parlando, ovviamente, di fotocamere con innesto a vite M42 come le Spotmatic, e tra le quali le Pentax hanno fatto sempre la parte del leone.
Ne ho un bel po', perchè la mia "carriera" di collezionista incomincia proprio da fotocamere e obiettivi con questo innesto, nel momento in cui questi stava definitivamente decadendo (primi anni '90), ma non riesco a decidermi, forse perchè un po' le amo tutte.
Propongo, tra quelle che possiedo, le seguenti:
Alpa SI 2000;
Fujica ST 801;
Pentax Spotmatic F;
Olympus FTL...
Ma dimentico le fragili Edixa, le sorpassate Icarex e le singaporine Voigtlander, l'ultima Bessaflex, le prime Pentacon e Praktica, le sovietiche Zenit.
Insomma, ditemi la vostra, così magari scoprirò qualche modello che mi manca e che vale la pena possedere.
K5 - Samyang 8 - Sigma 10 - 20 f.4 - DA 16-45 f.4 - DA 18 - 55 WR - Sigma 18-250 HSM - Sigma 20 f.1.8 - F 28 f. 2,8 - DA 35 f.2.4 - FA 50 f. 1,7 - F 70-210 - FA 100 f.3.5 macro - Sigma 135-400 APO - Bigma 50-500 APO
K200d - Tamron 18 - 250 - DA 18 - 55 II - F 50 f.1.7 - F 35 - 135 - FA 80 - 200 (4.7-5.6) - FA 28-200 - FA 80-320
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda silvio » mer mag 16, 2012 4:44 pm

Salve,

io ribalterei la prospettiva del thread: considerando la estensione della tua collezione di materiale
a vite M42, potresti essere tu a parlarci dei pezzi che per te sono più interessanti..."come e perchè" !

Cosa ne pensi ?

Grazie e saluti.

S.
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda summerbee » mer mag 16, 2012 4:49 pm

a me l'idea di Silvio piace tanto tanto!
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda inge26665 » mer mag 16, 2012 5:07 pm

Sono un po' pigro, soprattutto sul fotografare le mie fotocamere, però posso provarci.
Ad esempio, sono molto legato ad una Alpa Si 2000, che altri non è se non una Chinon Memotron CE2 modificata.
Molto più modificata, rispetto alla Chinon, di quanto non dicano le scarne cronache dell'epoca: oltre al corpo completamente in metallo, davvero notevole è l'antina interna all'oculare per l'oscuramento dello stesso. Un'altra caratteristica notevole, comune, però, alla Chinon, è che consente l'esposizione a priorità di diaframmi con tutte le ottiche a vite, automatiche o meno, mediante un ingegnoso sistema di pre-misurazione della luce riflessa quando il pulsante di scatto è premuto a metà. In ultimo, l'obiettivo Alpa Macro 55 mm f. 1,7 che potrebbe essere il Chinon, ma di sicuro con l'elicoide allungato (mette a fuoco a 21 cm) e con il barilotto in ottone. Ad occhio direi che dovrebbe essere del 1978 circa: il momento in cui l'innesto a vite ha avuto il suo punto tecnologico più alto, favorito, probabilmente, dalla disponibilità di enormi quantità di obiettivi disponibili sul mercato dell'usato a prezzi molto competitivi.
K5 - Samyang 8 - Sigma 10 - 20 f.4 - DA 16-45 f.4 - DA 18 - 55 WR - Sigma 18-250 HSM - Sigma 20 f.1.8 - F 28 f. 2,8 - DA 35 f.2.4 - FA 50 f. 1,7 - F 70-210 - FA 100 f.3.5 macro - Sigma 135-400 APO - Bigma 50-500 APO
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda tartaglia » mer mag 16, 2012 5:13 pm

Inge ci ha rivolto una domanda, quinsi cerco di rispondere a mio modo, giacche' il fascino ognuno lo subisce a modo suo.
Se riesco a ricordarmi cosa ho :facciac: , ovvio, non sono consigli per gli acquisti.
Ad esempio trovo affascinante quel gran fermacarte della Ricoh 401 .
Trovo affascinante il colpo di coda della Miranda TM (I e II) con innesto M42 e targata
anche con logo Soligor e Pallas ( si preparavano a morire di baionetta K)
Le EXA (snaturate) per quel loro specchio/otturatore rotante un po' alla GigaRobotd'acciaio.
Il fascino impronunciabile dele Edixa,
che non si capisce se perdono prima la pelle o sono piu' veloci a rompersi.
La tecnologia autarchica della Icarex TM (sotto il vestito pesante in pratica niente)
Tra le Pentax indubbiamente le prime Asahi AP, K, la Spotmatic F (nera!) .
:cincin:
Ultima modifica di tartaglia il mer mag 16, 2012 5:22 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda tartaglia » mer mag 16, 2012 5:17 pm

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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda inge26665 » mer mag 16, 2012 5:25 pm

tartaglia ha scritto:Inge ci ha rivolto una domanda, quinsi cerco di rispondere a mio modo, giacche' il fascino ognuno lo subisce a modo suo.
Se riesco a ricordarmi cosa ho :facciac: , ovvio, non sono consigli per gli acquisti.
Ad esempio trovo affascinante quel gran fermacarte della Ricoh 401 .
Trovo affascinante il colpo di coda della Miranda TM (I e II) con innesto M42 e targata
anche con logo Soligor e Pallas ( si preparavano a morire di baionetta K)
Le EXA (snaturate) per quel loro specchio/otturatore rotante un po' alla GigaRobotd'acciaio.
Il fascino impronunciabile dele Edixa,
che non si capisce se perdono prima la pelle o sono piu' veloci a rompersi.
La tecnologia autarchica della Icarex TM (sotto il vestito pesante in pratica niente)
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:cincin:


Belle le Miranda TM... Non ne ho mai trovata una in buone condizioni e ad un prezzo decente!
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda francozeta » mer mag 16, 2012 6:36 pm

mi accodo al sempre ottimo Tartaglia per due parole sul fermaporte Ricoh TSL401, macchinone generoso nelle dimensioni fino all'imponenza, con un coperchio-pentaprisma alla goldrake, spigoloso e infarcito di funzioni.
gia', perche' il pentaprisma non e' tale ma e' un pentaspecchio, dotato di parti ribaltabili per inviare l'immagine non solo al classico minino posteriore, ma anche a un altro mirino posto sulla parte superiore, per inquadrare cosi' a mo' di biottica.
in conseguenza di cio' e della particolarita' di montare uno specchio semiriflettente (cellula esposimetrica disposta a piattello dietro lo specchio, tipo Leica R4-7 per intenderci) e' bene non avere particolari pretese sulla luminosita' dei mirini :wink:
altra particolarita', per i tempi (1970), e' la doppia lettura ttl, media e spot, con cursore posto nella parte posteriore della calotta, a destra del mirino, e la ghiera dei tempi posta sul fronte della macchina, a destra del box reflex, segno dell'impiego di un otturatore Copal-square (sincro 1/125) della seconda serie.
se qualcuno volesse avventurarsi con una macchina del genere, si ricordi che l'esposimetro funziona solo ad otturatore carico, si risparmera' qualche moccolo all'indirizzo della batteria zinco-aria appena montata :happy2:
ciao
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda tartaglia » mer mag 16, 2012 7:49 pm

inge26665 ha scritto:Belle le Miranda TM... Non ne ho mai trovata una in buone condizioni e ad un prezzo decente!

C'e' di peggio : ho TM I, TM II, Soligor , ma mi manca una Pallas ! :sdent:
Immagine
Francamente gli attuali 387 Euro perun pentaprisma ritargato mi sembrano eccessivi.
-------
Tra le Pentax evidenzio anche la Electro Spotmatic , troppo storica per non subirne il fascino.
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda inge26665 » gio mag 17, 2012 6:06 pm

In controtendenza, rispetto alle stranezze e alle prestazioni tecniche particolari, tra le Pentax vorrei citare la SV.
Se si considera che all'epoca il 90% delle pellicole utilizzate era in BN, la mancanza dell'esposimetro non si sente proprio...
Sì, è vero, il marchingegno che lo ospita è proprio orrendo, ma sto parlando della linea pura, alla Spotmatic, senza slitta portaccessori, con in più l'eleganza del frontale con gli inserti in pelle fino al bocchettone.
Otturatore con sincro ad 1/60 e velocità da 1 sec. a 1/1000, obiettivi automatici Super Takumar: cosa desiderare di più?
Fra le fotocamere in mio possesso, cito, fra le stranezze, una GAF L-14, una Universa Interflex e una Praktica per applicazioni scientifiche, senza selettore dei tempi di scatto e intervallometro elettrico integrato nel corpo. Di questa inserirò anche un'immagine, perchè è davvero strana...
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda francozeta » ven mag 18, 2012 12:40 am

qualche parola su una diretta concorrente della Pentax ES, la Yashica electro AX, nata sull'esperienza dell'ottima TL electro-X, reflex manuale con otturatore elettronico e proto-led nel mirino per indicare la corretta esposizione, niente ago, visibilita' ottima nonostante l'oscuramento dovuto alla misurazione in stop down.
tanto dovette piacere lo stop down ai progettisti Yashica, che pensarono bene di mantenerlo anche sulla AX, benche' dotata di esposizione automatica a priorita' di diaframma, esattamente come la Pentax ES.
progettando la ES, la Pentax si era posta un problema prioritario per ottenere un semplice, corretto, funzionale automatismo di esposizione a priorita' del diaframma, svincolarsi dalla misurazione esposimetrica stop down.
infatti la ES -anzi la Electro Spotmatic riservata al mercato giapponese- consegue due primati in un colpo solo, prima reflex (in assoluto) con esposizione automatica apd e prima reflex pentax (a vite) a TA.
la AX no, e' progettata per mantenere il diaframma dell'ottica costantemente chiuso all'effettivo valore impostato, per focheggiare alla massima luminosita' dell'obiettivo occorre premere e tenere premuto un pulsante sulla parte frontale a lato del mirabox, da rilasciare ad operazione avvenuta, altrimenti l'esposizione avverra' a TA e non all'apertura prescelta.
i progettisti hanno scelto la strada sbagliata? basta immaginare di usare la AX per qualche scatto e la risposta giusta viene spontanea :wink:
eppure la AX ha una serie di raffinatezze per nulla disprezzabili, cellula esposimetrica (cds) semispot su braccetto mobile dietro lo specchio reflex, la cui parte centrale e' semiriflettente, indicazioni esposimetriche nel mirino mediante frecce luminose, gamma dei tempi in manuale da 1/1000 a 1" + B (la ES solo da 1/1000 a 1/60 + B), lampada test batteria posta nel contafotogrammi, per poter controllare la quantita' di pellicola rimanente anche in scarsa luce ambiente, tendina per oscurare l'oculare e impedire errori di esposizione, eventualita' pero' a mio avviso molto improbabile considerata la posizione della cellula dell'esposimetro.
ciao
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda GiuseppeC » ven mag 18, 2012 11:15 am

Eccola la TL ElecroX, peso e dimensioni di un carroarmato...

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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda tartaglia » ven mag 18, 2012 1:08 pm

A mio modestissimo parere, l'eleganza
della linea Asahi Pentax ha avuto la sua massima espressione nei suoi primi modelli,
in particolare nell' AP (detta "l'originale") e nalla successive K e S . Qui le mie due AP gemelline tutto pepe.
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Qui una con avvitato un Tessar 50/2,8 -
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda Valerio Ricciardi » ven mag 18, 2012 2:00 pm

Per me, la macchina a vite 42x1 più elegante di tutte, è quella che ho io. :facciac:

Che, vedi caso, è un altro esemplare di quella con cui iniziai , allora capelluto nemmeno diciassettenne ( :cryyy: ) la mia avventura reflex.
Valerio Ricciardi
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Re: La fotocamera a vite più affascinante

Messaggioda oizirbaf » ven mag 18, 2012 7:38 pm

Che, vedi caso, è un altro esemplare di quella con cui iniziai , allora capelluto nemmeno diciassettenne ( ) la mia avventura reflex.[/quote]

:smilepace: Come non quotare il mitico Dott. Divago :?: Allora, sull'onda dei ricordi e della nostalgia per la trascorsa gioventù piuttosto che sui pregi tecnici della prediletta devo attribuire questo titolo alla Zenit 12 XP. Siamo alla metà degli anni '80 da poco avevo trovato lavoro, che ancora (per poco) mantengo, primo viaggio fuori dal paese. Meta ovviamente Londra. Non abbiamo una macchina fotografica per le foto ricordo. Nella vetrina di un negozio di fotografia, osservando le macchine ad un prezzo abbordabile, vedo la Zenit 12 XP. Fu amore a prima vista. Mio fratello però acquista una compatta Yashica. Tornato in patria, dopo qualche giorno, non ricordo assolutamente in quale negozio, acquisto la 12 XP nuova. Non avevo la più pallida idea di come farla funzionare, con l'aiuto di un manuale ne venni rapidamente a capo. Così presi il contagio che non è più passato, dai mitici russi di Porta Portese acquistai lo Jupiter 37 poi a causa del mirino piuttosto buio acquistai da uno degli spacciatori di lenti della zona un Super Takumar 50/1.4, dopo un paio d'anni passai a Pentax con la MX che è ancora con me. La 12 XP la diedi indietro come parte di pagamento per un obiettivo, sicuramente per due lire, di questo in seguito mi sono pentito. Lo scorso Natale un graditissimo regalo: un cugino si era ricordato di avere una fotocamera sovietica inutilizzata da anni e me la ha regalata assieme ad un obiettivo, si tratta della versione per il mercato interno della 12 XP e l'obiettivo è guarda caso il solito Jupiter 37 135/3.5
Le Zenit TTL e 12 XP derivano dalla Zenit B che a sua volta è una versione priva dell'esposimetro esterno al selenio della arcinota Zenit E. Su questa base inserirono un esposimetro TTL la prima versione denominata appunto TTL aveva un ago visibile nel mirino ed una sola cellula di misura, la 12 XP due led rossi e due cellule di misura. l'azionamento automatico del diaframma, la foggia del contapose e la posizione del pulsante di scatto derivano dalle Zenit EM ed ET. Lo stop down e l'accensione dell'esposimetro si ottiene premendo a metà corsa il pulsante di scatto la cui lunghissima corsa è ingannevole e se la macchina è carica non è difficile che la foto parta mentre si sta misurando. Conviene misurare ad otturatore scarico. La misura è corretta quando entrambi i led lampeggiano. All'esemplare che mi è stato regalato è capitato un piccolo incidente all'autoscatto: impugnado la macchina ho inavvertitamente spinto la levetta di carica dell'autoscato verso l'obiettivo e questa ha superato il fermo ed andata nella direzione sbagliata incastrandosi contro la camera dello specchio.



Immagine

Immagine

L'esemplare descritto è del 1986 ed è fabbricato dalla KMZ. Curiosamente sul fondello riporta la dicitura "made in URSS" in caratteri latini ed il logo della KMZ. Il numero di serie è inciso sulla calotta sotto la leva di carica. L'obiettivo Helios-44-M-4, anche lui con grafiche in caratteri latini, ha invece il logo della BELOMO di MInsk anche la matricola dell'obiettivo ha le prime due cifre 86 che ne indicano l'anno di fabbricazione, con ogni probabilità è l'obiettivo originale con il quale venne messa in commercio la macchina. Di questi obiettivi ne ho un gemello recuperato da una Zenit TTL guasta del 1984 che porta il logo della KMZ. Gli obiettivi sono identici, logo a parte, tranne per il riflesso delle lenti: giallino quello della KMZ rosato quello della Belomo.
:-)): Naturalmente a parte il legame affettivo per questo modello va da se che la macchina è tecnicamente quello che è: gamma dei tempi ridotta, mirino buio con copertura assai scarsa dell'immagine, esposimetro limitato a poco più di 440 ISO e però ai suoi tempi aveva un rapporto qualità prezzo davvero imbattibile e l'obiettivo Helios 44 può riservare gradite sorprese.
Ultima modifica di oizirbaf il sab mag 19, 2012 9:27 pm, modificato 4 volte in totale.
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