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Eurostar ha scritto:Pentax LX, Pentax SuperA... ma una tracolla bianca non l'ho mai vista...
Valerio Ricciardi ha scritto:Se continuava a fotografare vicino al vulcano in eruzione era la LX, non v'è dubbio.
L'ho fatto anch'io... ETNA, 1983. Temperatura dell'aria 49°C, temperatura di irraggiamento (infrarossa) 66°C, quasi un intero rotolo da 50 mt di cuki alluminio arrotolatomi meticolosamente attorno a tutto il corpo e agli arti come una mummia di carnevale di quella fatte con la carta igienica, da un collega che continuava a ripetermi "tu sei matto in testa, tu te le vai a cercare, non dire che non te l'ho detto", ...due buchi per gli occhi dietro i Rossignol a specchio per riflettere gli IR anche lì al meglio, due buchini per respirare (dal naso) con la stagnola di alluminio leggermente rivoltata dentro le narici, un buchino al centro delle labbra da cui usciva il tubicino diretto dentro la bottiglia di Ferrarelle nello zainetto dietro la schiena (tenuta in surgelatore e semisquagliata per avere anche un po' di liquido) da cui succhiare ogni tanto un sorsettino. La LX senza tracolla - sostituita da una di quelle cinghiette di maglia d'acciaio tipo catenina spessa - incartata anch'essa e col 35/2 serie K davanti.
Mi son giocato il paraluce originale, si deformò (era nero e assorbiva troppi infrarossi). Le uniche foto che giravano con la colata e i lava-tube non schiacciati dalla prospettiva di un supertele.
Macchina perfetta, diapositive tutte perfette, obiettivo perfetto, paraluce un po' squagliato.
Anche il vibram degli anfibi di origine militare (E.I.) non ce la fece, dopo si sbrindellava come catrame.
La LX era veramente una bestia di macchina. Era... era... il Chuck Norris dei corpi macchina!
Fatelo adesso con un USM, daje, su. Vojo proprio vede' quanto ne riportate a casetta, doppo.
Valerio Ricciardi ha scritto:Se continuava a fotografare vicino al vulcano in eruzione era la LX, non v'è dubbio.
L'ho fatto anch'io... ETNA, 1983. Temperatura dell'aria 49°C, temperatura di irraggiamento (infrarossa) 66°C, quasi un intero rotolo da 50 mt di cuki alluminio arrotolatomi meticolosamente attorno a tutto il corpo e agli arti come una mummia di carnevale di quella fatte con la carta igienica, da un collega che continuava a ripetermi "tu sei matto in testa, tu te le vai a cercare, non dire che non te l'ho detto", ...due buchi per gli occhi dietro i Rossignol a specchio per riflettere gli IR anche lì al meglio, due buchini per respirare (dal naso) con la stagnola di alluminio leggermente rivoltata dentro le narici, un buchino al centro delle labbra da cui usciva il tubicino diretto dentro la bottiglia di Ferrarelle nello zainetto dietro la schiena (tenuta in surgelatore e semisquagliata per avere anche un po' di liquido) da cui succhiare ogni tanto un sorsettino. La LX senza tracolla - sostituita da una di quelle cinghiette di maglia d'acciaio tipo catenina spessa - incartata anch'essa e col 35/2 serie K davanti.
Mi son giocato il paraluce originale, si deformò (era nero e assorbiva troppi infrarossi). Le uniche foto che giravano con la colata e i lava-tube non schiacciati dalla prospettiva di un supertele.
Macchina perfetta, diapositive tutte perfette, obiettivo perfetto, paraluce un po' squagliato.
Anche il vibram degli anfibi di origine militare (E.I.) non ce la fece, dopo si sbrindellava come catrame.
La LX era veramente una bestia di macchina. Era... era... il Chuck Norris dei corpi macchina!
Fatelo adesso con un USM, daje, su. Vojo proprio vede' quanto ne riportate a casetta, doppo.
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