Icarex

Storia, collezionismo e curiosità del mondo Pentax e della fotografia in generale.

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Re: Icarex

Messaggioda inge26665 » sab dic 10, 2011 4:18 pm

Dimenticavo: di recente, per le mie Icarex, mi sono permesso un Sigma 18 mm che ha una sorta di attacco T4 che però non è intercambiabile con altri T4 Sigma o Vivitar. Esiste, per certo, anche con innesto M42, perchè un anno fa ho perso un'asta proprio su quell'obiettivo. Forse, però, quello per Icarex dà anche più soddisfazioni, perchè immagino sia più difficile da reperire. Adesso le mie Icarex a baionetta hanno un 18 Sigma, un 28 Soligor, un 28 Vivitar, un 35 Skoparex, i tre 50 (Pantar, Tessar e Ultron), un 90 Dynarex, un 135 Super Dynarex e il 200 Tele Tessar. Dando per introvabile il 25 Distagon, mi rimarrebbe solamente il 400, da reperire, più, eventualmente, qualche universale di focale strana, tipo il 23 Elicar, per esempio...
K5 - Samyang 8 - Sigma 10 - 20 f.4 - DA 16-45 f.4 - DA 18 - 55 WR - Sigma 18-250 HSM - Sigma 20 f.1.8 - F 28 f. 2,8 - DA 35 f.2.4 - FA 50 f. 1,7 - F 70-210 - FA 100 f.3.5 macro - Sigma 135-400 APO - Bigma 50-500 APO
K200d - Tamron 18 - 250 - DA 18 - 55 II - F 50 f.1.7 - F 35 - 135 - FA 80 - 200 (4.7-5.6) - FA 28-200 - FA 80-320
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Re: Icarex

Messaggioda francozeta » dom dic 11, 2011 12:03 am

inge26665 ha scritto:Eppure il Distagon 35 f. 1.4...

per Rollei SL esiste solo made in Germany e col diaframma a tre lamelle :asd:
ciao
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Re: Icarex

Messaggioda oizirbaf » dom mag 13, 2012 9:37 pm

:cool: Riesumo questa chiacchierata cui diedi inizio oltre due anni or sono perchè, nonostante la crisi, alla fine anche questo oggetto del desiderio ha raggiunto il mio armadietto ormai strapieno e si è ricongiunta con il Tessar che già avevo.

Immagine

Immagine

Cosa dirne :?: Sicuramente che Tartaglia, da quell'intenditore che è, non aveva tutti i torti nella descrizione impietosa che ne diede. Pesante ed ingombrante lo è di sicuro. L'esemplare che ho acquistato è esteticamente in ottimo stato, l'unico difetto sinora riscontrato è una tendina, la seconda credo, quella che chiude ad otturatore scarico, un minimo spanciata probabilmente va tensionata. L'oggetto sembra ben costruito, con materiali e finiture degne del nome che porta, ad un esame più attento però si evidenziano alcune cadute di stile: la manovella di riavvolgimento in volgare plastica ed addirittura con il manettino fisso (persino l'infame Zenit ET ha il manettino di riavvolgimento piroettante) così come il tappo dell'alloggiamento batteria in plastica piuttosto leggera. Viceversa colpisce il fatto che abbia il periscopio per leggere il diaframma sulla ghiera dell'obiettivo, credo sia l'unica macchina a vite ad averlo. Ovviamente funziona solo con i suoi obiettivi originali, gli altri, anche se hanno la ghiera nella giusta posizione, avvitandoli non serrano al punto giusto quindi il diaframma che si legge nel periscopio non è quello effettivamente impostato sull'obiettivo. questo la dice lunga sulla qualità costruttiva che erano in grado di raggiungere. Dal punto di vista dimensionale trovo che gli obiettivi Est tedeschi della Carl Zeiss Jena paiano fatti apposta per lei: il 50/1.8 Pancolar ed i Flektogon 35 e 20 mm. paiono proprio i suoi. La lettura del diaframma nel periscopio è l'unico neo di questa riunificazione tedesca. Altre curiose manchevolezze sono: l'assenza di un pulsante di avvio per l'autoscatto che si carica nel modo consueto ma rilasciando la levetta parte, l'inspiegabile mancanza del tempo di 1 Sec.
Al momento sono a metà del primo rullino, il problema più grave è l'esposimetro che, come tutte le macchine dell'epoca, si aspetterebbe le pile all'ossido di mercurio da 1,35 V. e con le pile attuali non si sa bene che misure faccia, ho provato anche le pile per protesi acustiche che dovrebbero andar bene (sono da 1,4 V ma dopo un paio di giorni si stabilizzano ad 1,35 almeno così ho letto :confuso2: ) ma in luce intensa mi sembra che sottoesponga di brutto.
Ultima modifica di oizirbaf il dom mag 13, 2012 10:12 pm, modificato 3 volte in totale.
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Re: Icarex

Messaggioda copernicorm » dom mag 13, 2012 10:01 pm

la icarex mi manca ... quasi quasi ne compro una decina ... giusto per far alzare i prezzi :ghgh: :lol: :lol:

si scherza .,...

per me affascinante .... ma sono daccordo con tartaglia ... c'e' di meglio da usare ... per la vertrina .. beh .. e' un'altra cosa :ook:
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Re: Icarex

Messaggioda silvio » lun mag 14, 2012 1:19 pm

Salve,

le Icarex in generale (sia con innesto a vite M42 che a baionetta) sono apparecchi molto
interessanti, soprattutto in quanto molto caratteristici di un particolare periodo storico,
con tutte le relative implicazioni sociali ed economiche del caso, indipendentemente
dalla scarsa qualità costruttiva dei corpi macchina (per le ottiche è tutta un'altra storia).

Pur possedendo degli apparecchi Icarex sia a vite M42 che a baionetta, è alquanto
improbabile che mi capiti di portarmi in giro uno di questi apparecchi: preferisco di
gran lunga montare una delle famose ottiche Zeiss Ikon a vite su una bella Spotmatic ed
andarmene in giro più tranquillo.

Per quanto mi riguarda, l'interesse che coltivo da ormai svariati anni nei confronti
di materiale "vintage" di particolari periodi storici e di particolari marche e/o modelli,
consiste non solo nel poter utilizzare questo stesso materiale con emulsioni che all'epoca
della progettazione del materiale stesso erano impensabili (e proprio per questo il
materiale che mi interessa deve essere in ottime condizioni sia estetiche che funzionali),
(il che tra l'altro può portare a delle vere e proprie "sorprese" in termini di qualità di ottiche ormai
dimenticate dai più (vedasi per esempio il caso del 50 / 1,9 Xenon prodotto da Schneider
negli anni '50 in montatura Voigtlander Bessamatic e Kodak Retina Reflex, un'ottica bellissima
che può essere ancora facilmente utilizzata sia su corpi Pentax analogici (con un anello adattatore) che
digitali (ci vogliono due anelli), e che è tuttora reperibile con relativa facilità al costo di un
centinaio di euro, oppure si pensi al famoso 50 Ultron Zeiss Ikon, prodotto sia con innesto a vite
M42 che a baionetta Icarex, uno dei pochissimi cinquantini caratterizzati da una lente anteriore
convessa invece che concava, e via discorrendo)), ma anche, e torno al punto di partenza della
mia "disquisizione", al fatto che, in generale, il materiale "vintage" prodotto durante un particolare
periodo storico, anche relativamente recente, è a tutti gli effetti un indicatore molto preciso legato
alle caratteristiche politiche, sociali ed economiche riscontrabili in quello stesso periodo in un
determinato paese, alla capacità espressa da un particolare sistema socioeconomico di pensare,
disegnare, ingegnerizzare, produrre nuovi prodotti mirati a soddisfare i bisogni che emergevano
nella popolazione e, "last but not least" di riuscire a vendere questi stessi prodotti sui mercati interni
ed esteri, creando così nuovi mercati e conquistando nuove fette di mercato (la storia della Asahi
Pentax potrebbe essere insegnata nei corsi universitari di Economia e Commercio).

Il livello qualitativo delle lavorazioni meccaniche ed ottiche riflettono infatti le politiche industriali e di
marketing, il livello tecnologico dei processi produttivi, i risultati delle attività di ricerca e sviluppo
raggiunti nel periodo, le capacità progettuali, di ingenerizzazione e di produzione in serie presenti nel paese
(si veda per esempio il tentativo, poi fallito, messo in atto da parte delle più famose case produttrici
tedesche per cercare di far fronte alla montante marea giapponese, a sua volta ottenuta grazie alla
utilizzazione su scala industriale estesa di tecniche matematiche e statistiche "seminate" in Giappone
dagli USA come conseguenza della stessa occupazione americana (MIOJ: Made In Occupied Japan, una
sigla che veniva incisa subito dopo la seconda guerra mondiale sugli apparecchi prodotti nel Giappone
occupato e sotto controllo USA, eccetera)), la efficacia e la efficienza delle attività pubblicitarie, e via
discorrendo.

Insomma: quando abbiamo la possibilità (e, per me, la fortuna) di poter utilizzare materiale d'epoca,
bisogna tener presente che si tratta, a tutti gli effetti, di veri e propri pezzi di storia che sono sopravvissuti alle
incurie del tempo, e che ci permettono di inquadrare e di valutare il processo fotografico di creazione di immagini come
un flusso di esperienze e di conoscenze in continua evoluzione, quindi ancora vivente, non imbalsamato e sterile.

Tornando a bomba, l'aspetto interessante dei modelli Icarex è rappresentato sicuramente dalle ottiche
a vite M42, facilmente utilizzabili sia in analogico che in digitale sui corpi Pentax moderni, e che sono
ancora in grado di stupire per la loro qualità intrinseca, basti pensare al suddetto 50 Ultron oppure al 90 Dynarex,
purtroppo di difficile reperibilità in montatura a vite.

Grazie e buona luce.

S.
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Re: Icarex

Messaggioda inge26665 » lun mag 14, 2012 6:31 pm

Non posso aggiungere altro ai due post che dicono quasi tutto sulla Icarex, solo che il tempo di 1 secondo manca perchè... si è voluto raggiungere, per ragioni commerciali, il tempo di 1/1000, per cui tutta la scala è slittata di un valore verso l'alto. Mi chiedo cosa sarebbe successo al tempo di sincronizzazione se si fosse optato per la soluzione originaria: già in questa configurazione è pari ad 1/30 sec. (solo la Zenit riesce ad uguagliare la prestazione!). La fotocamera, con i ritocchi dovuti essenzialmente alla lettura esposimetrica a T.A. è la rara Zeiss Ikon SL 706 (http://nelsonfoto.com/SMF/index.php/topic,21321.0.html; http://www.kameramuseum.de/0-fotokamera ... -706.html; http://camerapedia.wikia.com/wiki/Zeiss_Ikon_SL706) che, successivamente alla vendita del marchio Voigtlander alla Rollei, è diventata la Voigtlander VSL1 TM prima, poi ha dato via alle (mostruose, tecnicamente, per l'epoca di realizzazione) Rollei SL 35M ed ME, sempre con il medesimo corpo macchina.
K5 - Samyang 8 - Sigma 10 - 20 f.4 - DA 16-45 f.4 - DA 18 - 55 WR - Sigma 18-250 HSM - Sigma 20 f.1.8 - F 28 f. 2,8 - DA 35 f.2.4 - FA 50 f. 1,7 - F 70-210 - FA 100 f.3.5 macro - Sigma 135-400 APO - Bigma 50-500 APO
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