Libertà di scatto

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Re: Libertà di scatto

Messaggioda Valerio Ricciardi » mar giu 12, 2018 11:41 am

amodali ha scritto:ieri (...) ho fotografato (...) un edificio adibito ad uffici, di proprietà di confindustria ma privo di qualunque insegna.
io ero all'esterno del perimetro privato quando si è affacciato un tipo della security intimandomi di non fotografare l'edificio (...), poi mi è sorto un dubbio: ma non è che il tipo avesse ragione? si possono fotografare edifici privati o, viceversa, se ne può vietare la ripresa? Non era esposto alcun cartello di divieto...


Fuori dalle installazioni militari, anche caserme, ci son cartelli in cui è esposto il divieto di riprese fotografiche, video, disegni, schizzi, e di eseguire persino rilievi anche a vista (in pratica se osservi con grande insistenza l'edificio come se volessi impararti a memoria le sue fattezze... potrebbero contestarti anche quello - sic).

Se non è quello il caso, nella maggior parte del mondo vale il principio che da suolo pubblico puoi fotografare ciò che vedi se è alla pubblica vista in condizioni normali.

Anche una graziosa villa anni '40 di gusto razionalista di un privato che non conosci.
E se ti va, se non si vedono persone, puoi anche pubblicare l'immagine.

Quello che non puoi fare, è prendere che so, una scala per arrivare ad una altezza superiore a quella di un muro di cinta che impedisce la vista, e fotografare il giardino all'italiana di pertinenza di un immobile, per dire. Se ti fanno entrare, si, ma da suolo pubblico puoi riprendere ciò che è alla portata della vista di un passante. Quindi col teleobiettivo dalla terrazza del Pincio è lecito, dal secondo piano del bus turistico stile inglese sopra aperto si, con la scala a libro per superare lo schermo visivo della siepe, o arrampicandoti su un palo colla cinghietta della fotocamera tra i denti (un po' il lavoro tipico che fanno i paparazzi), no.

La privacy ti impone però se pubblichi di non entrare nel dettaglio quanto a localizzazione e proprietà, se non trattasi di personaggio pubblico non puoi scrivere in didascalia "la villa del Notaio Ciocietti a Livorno in viale del Lungomare 478bis": avresti dato l'indirizzo della casa di uno probabilmente assai benestante e quadriorologigioleillimunito essendo notaio, per dire, associando l'immobile al proprietario e magari che ne so, stimolando l'appetito di una abile banda di scassinatori che potrebbero pensare giustamente "se è di un notaio e non è la sede di una congregazione di suore c'è da prendere, proviamo a dare una occhiata fatta bene".

Se è il villone di Briatore e la cosa è stranota e citata su u ogni testata di Gossip, anche se si chiama "Villa Toposa" e non c'è il nome sul citofono, invece di nuovo puoi. Come non ha diritto di chiederti la liberatoria George Clooney se ti capita di fotografarlo mentre va a spasso per il Corso con Amal o come si chiama.

In Francia, invece, sorprendentemente, esiste il diritto sull'immagine anche sui beni immobili privati. Tu fotografi ad Antibes ANCHE il solito villino degli anni '20 perché stai preparando una pubblicazione sull'evoluzione del Liberty, dell'Art Déco e dello stile secessionista di Praga, ed ecco che un giorno ti scrive l'avvocato del proprietario e ti chiede un sacco di soldi, nemmeno avessi pubblicato lui.
Valerio Ricciardi
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